Passione Moto

Storia della mia vita, Più o meno, ma non troppo lunga

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view post Posted on 1/2/2020, 12:13
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Scrivo questa discussione sperando di poter essere d'aiuto al prossimo, per quanto il prossimo non passi di qua, o comunque in funzione di diario di bordo e testamento.
La mia vita si può dire essere iniziata all'età di 13 anni, quando mio padre, una domenica mattina, mi fece guidare il suo Piaggio X9 (scooterone 250 cc) in cortile.
Non avevo mai guidato mezzi a motore e per me fu un'emozione indescrivibile.
Con le lezioni di papà appresi i rudimenti, e quando, alla fine della terza media, ci fecero guidare degli scooter 50 davanti a scuola, ero già visibilmente spigliato e a mio agio su 2 ruote, complici anche gli anni passati a inventare stunt improbabili con la bici.
Poco dopo arrivò il mio 50ino, Malaguti Centro, un mezzo tanto lento e pesante quanto poco assetato, tanto che la mia paghetta di 5 euro a settimana riusciva a soddisfare la sua sete senza problemi (praticamente facevo il pieno con la frequenza con cui attualmente lubrifico la catena).
Ovviamente ero un 14enne diverso da tutti gli altri, un tizio originale, con uno scooter lento e pure brutto forte, per cui ero sfottuto ed emarginato, ma tanto era così da anni e non è che mi pesasse più di tanto: sapevo qual era la mia strada, ed ero determinato a percorrerla.
Il mio sogno era approdare su una Honda 1000: non sapevo se CBR, CB o CBF, ma i dati di inSella parlavano chiaro, la CBR da 0 a 100 era la più veloce, ed io volevo il massimo dell'accelerazione.
Avevo un gruppo di altri mocciosi muniti di 50ino, e sciamavamo in giro tutti i pomeriggi o quasi. Tuttavia non posso dire che fossero proprio miei amici, essendo per lo più degli infami e pure stupidi.
A 16 anni finalmente la prima moto: Cagiva Raptor 125.
Ero piuttosto impacciato nell'utilizzo del cambio manuale, e quelli del mio gruppo difficilmente mi facevano provare le varie RS o HM perchè, come già detto, ero un emarginato, per cui avevo pure fatto poca pratica.
Ancora una volta le lezioni di papà si rivelarono fondamentali, e prima di prendere il foglio rosa passò un mese in cui andavo a guidare con lui in una stradina di campagna dispersa.
Il periodo del foglio rosa fu difficile, tanti errori e 2 cadute, deriso da tutti e ancora più emarginato, essendo il solo con la 125 (forse anche per invidia).
A quel punto il gruppo preferiva stare fermo nei parchetti a fumare, e quindi iniziai sempre più spesso a girare da solo.
Presa la patente (settembre 2012, età 16 anni) finalmente la mia Cagiva tornò a piena potenza, con mia somma gioia.
Di lì a poco un amico si procurò un KTM 125 motard, e si formò un gruppetto di 4-5 persone con cui ogni tanto si faceva un giro negli appennini modenesi e dintorni.
I 17 furono un periodo di transizione, in cui un po' giravo col mio ferro, un po' facevo il cretino con un Ciao che ci eravamo procurati, impennando e derapando in campagna.
Finalmente, a 18 anni, causa fidanzata perennemente in vacanza, cominciai a girare sul serio con mio padre, che mi mostrò quelli che sono stati i giri che mi hanno formato.
Partendo da quelle strade dell'Emilia mi sono spinto via via più lontano, fino in Toscana e vicino alla Liguria.
Sostenuto da mio padre, stufo di respirare i gas cancerogeni della mia Raptor, passai ad una Monster 696, piuttosto difficile da interpretare per via del telaio rigido e dell'erogazione scorbutica.
I primi tempi giravo con mio padre, o con un paio di amici, ma nel giro di un anno mi ritrovai solitario o con un amico solo.
A 20 anni, infine, per via di una caduta del mio amico, divenni definitivamente solitario.
Ogni tanto ho girato con altre persone, ma non ho più avuto un gruppo fisso e a me sta bene così: mi piace fare il mio ritmo, non fermarmi mai, fare 350 km in un pomeriggio e tornare a casa distrutto.
Fu un periodo abbastanza difficile in realtà, quello dai 19 ai 22, per via di vari casini impilati uno sopra all'altro, incertezze e una ragazza che non mi cagava nemmeno di striscio, ma per fortuna c'era la mia Monster, e allora andate tutti a fare in culo, io giro.
E ho girato sì, 30000 km in 4 anni e mezzo, perdite d'olio e di viti a non finire, ma tutto sommato ero felice, anche se a una certa mi resi conto che la moto si stava smontando, ed era sempre meno affidabile.
Fu così che, memore dell'affidabilità e dell'ottima guidabilità della V-Strom 650 di papà, iniziai a pensare di passare ad una jappo e guarire dalla malattia denominata ducatismo.
Ad aprile 2019, ormai 23enne, salutai, non senza soffrire, la mia Monster.
Era un giovedì pomeriggio, o qualcosa del genere, e avevo già visto un annuncio interessante.
Fu così che acquistai la mia attuale Honda CB 1000 R, anno 2008, niente elettronica, manco l'ABS, insomma un po' old school rispetto alle moto in commercio oggi.
Quindi, dopo 9 anni, sono riuscito a realizzare il mio sogno, ed ora lo sto vivendo (devo aver fatto 8 o 9000 km in meno di un anno).
La morale di questa storia è che io ero un moccioso emarginato, sfottuto da tutti, che mi dicevano che il mio sogno era irraggiungibile per me, perchè a quanto pare il fatto che loro "ci tirassero" sull'HM 50 li rendeva padreterni delle 2 ruote.
La quasi totalità di queste persone ha abbandonato il motociclismo, ma io no.
Rispetto a quando ho iniziato e anche a quando ho fondato questo forum, ho qualche capello bianco e diverse cicatrici in più, ma non mi sono mai arreso.
Ogni volta che cadevo mi rialzavo, punto e basta.
Ma il punto non sta nel solito ragazzino su cui nessuno scommetterebbe niente che invece lavora sodo e ce la fa.
Il punto sta nel fatto che non bisogna lasciare che siano gli altri a tracciare il nostro cammino: quando ho abbandonato questo ed altri forum che frequentavo, l'ho fatto perchè non era considerato figo dal gruppo di idioti che mi circondava.
Ed ogni volta che ho cambiato le mie abitudini o abbandonato qualcosa che mi piaceva fare in funzione di qualcun altro me ne sono pentito.
A tutti i mocciosi, ma anche ai più grandi, emarginati, sfottuti, avviliti, bullizzati, vorrei dire: andate avanti per la vostra strada, seguite i vostri sogni, tirate fuori le palle e fate un altro passo, anche se doveste rimanere da soli, almeno sarete fedeli a voi stessi, e prima o poi qualcuno vi apprezzerà per ciò che siete.
 
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